In pochi ancora ricordano, per lo più persone di “una certa età”…
La maggior parte dei residenti oggi proprio ignora totalmente cosa ci fosse stato in quel vasto pratone alberato di via Pedroni ad Affori…
Là dove era il vecchio Cimitero di Affori
Da quanto si legge nei vari commenti sul gruppo facebook “Non sei di Affori se…” la maggior parte dei residenti proprio ignora totalmente cosa fosse stato in passato quell’area verde che oggi possiamo vedere come un bel prato ampio e alberato posto accanto alla Ricicleria AMSA e che si costeggia percorrendo la via Lisiade Pedroni. Un’area verde piuttosto solitaria e talvolta trascurata, oltretutto poco valorizzata che fino al 1957 ospitò il vecchio Cimitero di Affori. In realtà, come potrete leggere più avanti, ad Affori esisteva ancor prima un Cimitero molto più antico che fu qui trasferito in epoca Napoleonica…

La prima canonica di Affori e il suo antico campo santo medioevale

In via Cialdini all’angolo con via Osculati, si trova uno dei più antichi edifici afforesi. Oggi guardando la sua facciata (un pò trascurata) dipinta di un bel giallo intenso si vede l’insegna di un’osteria che si affaccia su uno slargo (detto appunto Piazzetta Cialdini) lungo la via Enrico Cialdini. Questo spazio era appunto il sagrato della chiesa che ospitava il primo e più antico Campo Santo di Affori. Di fronte si accede allo storico parco di Villa Litta e non lontano sorge la splendida chiesetta di San Mamete edificata nel XI secolo a cui MilanoAffori.it dedicherà presto una pagina.
L’antica torre campanaria di via Osculati
Osservando con maggiore attenzione la forma triangolare a timpano del frontone e la facciata suddivisa in riquadri, si può facilmente intuire che questo caseggiato fosse in realtà un antico edificio religioso. Difatti si tratta della prima parrocchiale afforese di Santa Giustina, eretta intorno al XIV secolo, con la sua bella torre campanaria in mattoni rossi a vista in via Osculati, utilizzata ancor prima nel medioevo, addirittura come torre di guardia. Tutt’ora stupisce chi passeggia nel cuore antico di Affori e che ancora fa bella mostra di se benchè in cima sul tetto siano state installate orrende antenne satellitari.
La prima parrocchiale di Affori tra via Osculati e via Cialdini
La prima Pieve di Affori dedicata a Santa Giustina, l’antica torre medioevale in mattoni, l’osteria El Fanfa, il Malcantone e un misterioso volto di donna scolpito nel ‘700…
Nel 1857 venne realizzata la costruzione di una nuova e più imponente chiesa sempre dedicata a Santa Giustina in Viale Principe Umberto (oggi Viale Affori) in forme neoclassiche su progetto dell’architetto Giacomo Moraglia (1791 – 1860). La vecchia chiesetta venne così sconsacrata e trasformata in abitazioni civili come oggi la possiamo vedere.
Racconta Luigi Ripamonti nei suoi preziosi libri sulla Storia di Affori reperibili e consultabili nella Biblioteca di Affori situata all’interno di Villa Litta Modignani e nei suoi post pubblicati nel gruppo facebook “non sei di Affori se…” in occasione delle ricorrenze dedicate ai defunti. Ci ricorda che…
L’antico cimitero di Affori, risalente al secolo XV, era situato nell’attuale piazzetta Cialdini sul sagrato di quella che fu la prima parrocchiale afforese di Santa Giustina di epoca medioevale. Per 400 anni accolse le spoglie dei nostri antenati.
Nel 1811 l’antico cimitero venne trasferito in via Pedroni

Scrive Luigi Ripamonti nel suo volume Affori, mille anni di storia:
Motivi igienico-sanitari indussero i Governi verso la fine del ‘700 a vietare la sepoltura di cadaveri nelle chiese o nelle cappelle pubbliche come era usanza e vanto di allora per nobili e sacerdoti. Anche nella vecchia parrocchiale di Affori si usava seppellire sotto il pavimento o in cappelle laterali. Nel 1782 con apposita Legge, l’Imperatore Giuseppe II proibì l’inumazione di cadaveri nelle chiese. Da quel giorno tutte le aree cimiteriali dovevano essere individuate al di fuori degli abitati e venivano proibite le sepolture nei terreni vicini alle case, nelle corti delle cassine e quindi tanto più in chiese e cappelle. Sui cadenti muri delle povere case e cascine di Affori venne affisso un manifesto emesso dal Regno d’Italia che avvisava la popolazione che si sarebbe fatta un’asta per la costruzione del nuovo Campo Santo in rispetto alle recenti disposizioni napoleoniche…

Luigi Ripamonti: Il 15 Settembre del 1811 l’antico cimitero di via Cialdini fu trasferito “fuori paese” lungo la strada che oggi è via Lisiade Pedroni secondo i dettami del Decreto di Napoleone emesso a Saint Cloud in Francia il 12 Giugno 1804 e reso valido nel Regno d’Italia il 5 Settembre 1806.
Fu attivo sino al 10 Giugno 1957. In ottemperanza ad un nuovo Decreto Comunale emanato pochi anni prima. Da allora le salme di Dergano, Bovisa, Affori e Bruzzano vengono tumulate nel Cimitero di Bruzzano che venne appunto opportunamente ampliato. Nel Giugno 1957 il cimitero, già in disuso venne definitivamente chiuso al pubblico. Là dove c’erano tombe, fiori, ricordi e affetti ora c’è un ampio campo verde!

Dal sito Skyscrapercity: Il Cimitero di Affori fu chiuso alle inumazioni, ma la dismissione richiese decenni e l’area fu presenziata da un custode fino agli anni ’70, per poi trasformarsi in discarica abusiva, nonostante le centinaia di salme che nel 1971 risultavano ancora presenti. Ecco un particolare tratto dalla rivista “Il Milanese” edizione 20-6-71
Giovanni Brambilla: Fu smantellato realmente nel 1974: se ne parlò anche sui giornali, perchè allora i ragazzi di Affori ne avevano profanato le tombe, quindi il cimitero esisteva ancora in quegli anni.

Felice Grassi: i vecchi cimiteri di Affori erano due entrambi sono stati smantellati… quando si dice il vecchio cimitero, occorre precisare se è quello che era adiacente all’antica parrocchiale di Piazzetta Cialdini oppure del cimitero di via Pedroni. ORA C’E’ UNO SPAZIOSO E VERDEGGIANTE PARCO tra le vie Pozzuoli e Pedroni poco conosciuto e poco frequentato dagli afforesi: si potrebbe progettare una seria sistemazione con adeguate attrezzature. Un polmone verde non meno utile degli altri siti in zona.
Mariangela Zicchetti: anche i miei nonni e zii erano sepolti lì. Ero bambina e mi ricordo tanta neve e il mio papà mi sgridava perchè entravo e mi bagnavo i piedi nella neve e la mamma strada facendo mi faceva dire le preghiere e mi raccontava la vita dei suoi parenti sepolti.
Rosella Martellaro: io non ho fatto in tempo a vederlo , ma mio marito si e mio suocero lavorava lì. Un avolta diceva il becchin…
Luigi Ripamonti: el becchin, i becchitt, che poi si fermavano a bev un gut a la curt del becc in via Moneta.
Marinella Capellini: me lo ricordo, andavo con il nonno e dalla piazza al Cimitero dicevamo ben 2 volte il rosario…. che tempi !!!
Franca Polinini: quando l’hanno smantellato ci siamo spaventati perchè andando a rubare le albicocche del giardino a fianco vidimo i fuochi fatui…. che paura….!!!!
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